Le novità principali: cosa cambia dal 2026
Le novità Il Decreto Legge 17 giugno 2025, n. 84, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 138 del 17 giugno 2025, mette finalmente ordine alla fiscalità del Terzo Settore: dopo ripetuti rinvii e incertezze, il nuovo regime fiscale previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) diventerà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio 2026.
1. Addio all’attesa europea: via libera all’operatività
La riforma fiscale del 117/2017 è sempre stata sospesa fino al via libera dell’Unione Europea. La cosiddetta “comfort letter” della Commissione UE ha stabilito che queste misure non costituiscono aiuti di Stato. Di fatto, con il DL 84/2025:
- l’autorizzazione europea non è più un prerequisito, tranne per i “titoli di solidarietà” (art. 77 CTS), che restano subordinati a un futuro via libera UE;
- si chiarisce che il regime fiscale entrerà in vigore “dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025”.
2. Le novità principali: cosa cambia dal 2026
a) Regole di commercialità: margine consentito del 6%
L’art. 79 CTS introduce criteri oggettivi per distinguere le attività non commerciali: un ente può generare fino al 6% di margine sui costi per tre esercizi consecutivi senza perdere la qualifica fiscale agevolata.
b) Nuovi regimi forfettari
Gli ETS, le APS e le OdV potranno beneficiare di:
- regimi forfettari (art. 80 CTS per ETS generici; art. 86 per APS/OdV);
- soglie di fatturato fino a 130.000 €, sostituendo la precedente Legge 398/1991 che prevedeva un limite di 400.000 €.
c) Scomparsa dell’anagrafe ONLUS
Le ONLUS come categoria fiscale autonoma scompaiono. Dal 1° gennaio 2026:
- tutti gli enti con status ONLUS devono trasformarsi in ETS e iscriversi al RUNTS entro il 31 marzo 2026.
d) Definizione chiara di attività non commerciali
Vengono introdotti criteri chiari per stabilire quando un’attività no‑profit è “non commerciale”, evitando così applicazioni arbitrarie dell’IVA o dell’IRPEF.
3. Solidarity bonds: uno strumento innovativo
Una delle novità finanziarie di rilievo è l’introduzione dei “titoli di solidarietà”:
- emessi da banche o istituti finanziari per finanziare progetti del Terzo Settore;
- tassati con un’aliquota agevolata al 12,5%, paragonabile ai BTP;
- tuttavia, il loro uso resta subordinato a un’apposita autorizzazione UE.
4. Impatti concreti su ETS, Sport e Imprese Sociali
ETS (Enti del Terzo Settore)
Rientrano tutte le organizzazioni – APS, OdV, associazioni sportive dilettantistiche – con obiettivi di utilità sociale. La piena adesione implica:
- iscrizione al RUNTS;
- rispetto dei limiti di fatturato e margini;
- adesione ai regimi forfettari e alla “de-commercializzazione” IVA.
Società sportive dilettantistiche (ASD/SSD)
La vecchia Legge 398/1991 cede il passo al regime CTS:
- limiti ridotti (130.000 €);
- nuovi adempimenti contabili e fiscali;
- possibilità di generare ristoro anche da attività verso soci.
Imprese Sociali
Vantaggi simili: esenzione fiscale degli utili non distribuiti, destinati ad attività istituzionali o investimenti nel patrimonio.
5. Opportunità e sfide per il 2026
✅ Vantaggi
- Certezza normativa: via libera europeo ha superato le incertezze;
- Minore tassazione: grazie ai titoli di solidarietà e ai regimi forfettari;
- Sobrietà contabile: margine ponderato accettato.
⚠️ Criticità
- Regole complesse: gestione contabile più articolata;
- Obblighi di iscrizione: le ONLUS vanno adeguate entro marzo 2026;
- Soglie limitate: le ASD con fatturato tra 130.000 e 400.000 € potrebbero trovarsi penalizzate;
- Titoli di solidarietà ancora incerti, in attesa del via UE.
6. Cosa fare fin da ora
- Analizzare la struttura contabile per adeguarla alla marginalità del 6% ed entrare nel regime forfettario CTS.
- Iscriversi tempestivamente al RUNTS, soprattutto per le ex ONLUS.
- Monitorare la disciplina UE sui titoli di solidarietà.
- Predisporre consulenza dedicata con professionisti esperti nel Terzo Settore.
🎯 Conclusione
Il 2026 rappresenta una vera e propria rivoluzione fiscale per il non profit italiano: con regole spuntate, tetti certi e strumenti inediti come i titoli di solidarietà. Ma la complessità cresce, così come la necessità di accompagnamento specialistico. L’anticipazione e l’adeguamento saranno fondamentali per trasformare questa riforma in un’opportunità reale per tutti gli enti del Terzo Settore.principali: cosa cambia dal 2026