Può lo sport essere inclusivo?

Può lo sport essere inclusivo? Assolutamente sì e l’inclusione può essere il trampolino di lancio per cambiare la propria vita e quella di chi mai avrebbe pensato di poter poter arrivare dove tutti gli altri possono.

Il progetto United in Diversity through Grassroots Sport pensato da Euexia – Asociacion Multideportiva spagnola ha affrontato il tema delle buone pratiche di inclusione a livello sportivo delle persone con disabilità, il cui obiettivo principale è quello di educare ai valori della solidarietà e del lavoro di squadra divertendosi.

Sono stati coinvolti nel progetto partner provenienti dalla Grecia, dalla Bulgaria, dalla Polonia, nonché SoS Europa per l’Italia.

La fase progettuale svoltasi a Ruda Śląska, piccola cittadina della Slesia vicino a Katowice, ci ha visto testimoni dei risultati ottenuti dall’applicazione delle buone pratiche compartecipate che hanno permesso l’implementazione di momenti sportivi aperti alla partecipazione a ragazzi disabili e non, quali opportunità per superare le proprie paure.

Partecipare a questa fase progettuale ospitata in Polonia dal partner polacco “Stowarzyszenie Nasza Siódemka”, in rappresentanza di SoS Europa, è stato un momento formativo impagabile da un punto di vista professionale e personale.

Il luogo scelto è la sede dell’associazione, presso una scuola per studenti con bisogni speciali che imparano a gestire in autonomia il quotidiano, luogo che ha reso ancora più speciale l’ascolto dei reciproci racconti di tutti questi mesi di implementazione progettuale, fatti di impegno, stanchezza ma di tantissima umanità e crescita.

Ogni partner ha documentato la realizzazione degli eventi a livello locale che hanno coinvolto i ragazzi, le loro famiglie, gli insegnanti, i politici a livello locale e le associazioni del territorio.

All’evento tenutosi in Polonia erano presenti due testimonial di eccezione che hanno visto cambiare la propria vita grazie alla pratica sportiva inclusiva e che, con la loro testimonianza, confermano l’importanza di continuare a progettare grazie ai fondi che la Commissione Europea stanzia in supporto alla progettualità di qualità. In modo particolare mi ha colpito la grande forza di Kevin che ha sfidato la titubanza della propria famiglia, dimostrando che non c’è limite se c’è volontà e che con grande orgoglio e generosità ci ha offerto le fragole che lui stesso coltiva con amore nell’orto della scuola.La luce negli occhi di Kevin mi ha toccato nel profondo e dimostra che se si dà il giusto spazio alle radici per poter crescere, queste restituiranno dei frutti dolcissimi.Il progetto entrato nella sua ultima fase, ci vedrà nuovamente riuniti in Bulgaria per l’evento finale che terminerà con una conferenza stampa di chiusura, dove verranno presentate le “10 regole d’oro” per uno sport per Tutti.

SABINA MOTZO

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